UN ANNO DI COVID, TUTTI I NUMERI DELLA CRISI PIU' GRANDE DAL DOPOGUERRA A OGGI

Imprese messe in congelatore, fatturato perso, ore di cassa integrazione moltiplicate. Ecco come si traduce in cifre questo anno di pandemia

Pandemia economica che è iniziata, timidamente, mettendo alla berlina tutte le aziende o le filiere produttive ed economiche legate a doppia mandata con il mercato cinese, ma che, nell'arco di pochissimi mesi, si è diffuso proprio come un virus al "mercato globale".




E, a distanza di un anno, è giusto fare un primo bilancio, per tirare le prime somme. E cercare di capire da cosa partire per la ripresa.

L'ANALISI

Quanto è costato il Covid all'economia italiana? Miliardi di euro, ma quanti? Circa 130 solo per quello che riguarda l'industria. L'analisi arriva dal centro di ricerca economia Prometeia che, in collaborazione con Intesa San Paolo, ha redatto un specie di fotografia del 2020. E i colori sono proprio foschi. Vediamo quanto.

132: i miliardi di euro in meno di "affari" del sistema industriale Italia rispetto al 2019
-10,2% tradotto in statistica
-11,5% il calo di esportazioni del "made in Italy"

Complessivamente, l'economia italiana non solo industriale ha perso più del 9% di ricchezza.

LE AZIENDE

Sapete quante sono le aziende "mantenute" in vita dagli aiuti del Governo e dalle misure di blocco ai licenziamenti? 
Sono 100.000, in pratica l'intero sistema produttivo della provincia di Salerno. Per queste aziende, tra le altre cose, ci sono dei pacchetti di sostegno al credito che, come riporta l'Ansa, secondo la Banca d'Italia non dovranno scomparire improvvisamente al termine dell'emergenza. Ma in modo graduale, altrimenti si rischierà l'effetto opposto dei fallimenti a catena. Perché?

Perché ancora per parecchio tempo i costi di gestione delle aziende saranno più alti degli ordinativi e dei volumi di affari. Almeno per il tempo necessario al ritorno all'equilibrio mondiale degli scambi che c'era prima del Covid.

IL LAVORO

Come sempre nota dolente. Perché, si sa, il lavoratore sarà sempre l'ultima ruota del carro su cui si riverseranno tutti i problemi che ha il sistema. L'ultimo osservatorio sul precariato dell'Inps relativo al tutto il 2020 ha evidenziato un vero e proprio crollo dei contratti di lavoro a tempo determinato.

659.808 i contratti in corso nel 2020 e non rinnovati
118.000 solo in Lombardia
142.614 gli stagionali in meno

Commercio e alloggio e ristorazione i settori più colpiti: sono in questi due comparti i posti di lavoro "precari" cancellati dal Covid sono stati 370.646

E se considerate che il blocco dei licenziamenti riguarda, ovviamente, i contratti a tempo indeterminato che, nel 2020, hanno riguardato 259.160 persone, viene facile pensare che, una volta finite le misure di sostegno, anche una parte di questi lavoratori potrebbe trovarsi senza un'occupazione. Esattamente come l'esercito dei Neet che il Covid ha decisamente rimpinguato.

Dilettamente









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