ITALIANI SEMPRE PIU' POVERI: AZZERATI I "PROGRESSI" DEGLI ULTIMI QUINDICI ANNI
Nel 2005 il potere di spesa delle famiglie era praticamente quello di adesso. La differenza? Quindi anni di aumento dei prezzi e del costo della vita
Il risultato è semplice: se aumentano i prezzi e, in generale la vita, ma il potere di acquisto è lo stesso, vuol dire che aumentano le difficoltà, e cioè la povertà
Sono 2 milioni le famiglie italiane che vivono in povertà. Oggi, nel 2020, con il mondo che viaggia ad una velocità stratosferica c'è sempre più gente che ha difficoltà a onorare i propri pagamenti, a fare acquisti durevoli o, addirittura, a portare ogni giorno il piatto a tavola.
Lo dimostra chiaramente la cattura del rapporto Istat sulla povertà assoluta che ho fatto appena ho letto il documento. E che evidenzia come le condizioni economiche delle famiglie italiane siano peggiorate ovunque, non solo nel tanto bistratto Mezzogiorno d'Italia.
E' una crisi che non ammette eccezioni, insomma, e che si traduce in:
- -9% della spesa mensile, anche alimentare (circa 200 euro in meno)
- 335mila le famiglie diventate povere negli ultimi dodici mesi
E LA PANDEMIA?
La pandemia ha peggiorato la situazione, soprattutto per chi è nel pieno della propria vita lavorativa.
Così si legge nel rapporto:
La crisi ha colpito in modo particolare le famiglie in cui la persona di riferimento (p.r.) è nella fase centrale dell’esistenza lavorativa. Per quelle con p.r. tra i 35 e i 44 anni e tra i 45 e i 54, l’incidenza di povertà assoluta cresce rispettivamente dall’8,3% al 10,7% e dal 6,9% al 9,9%. Sono infatti le famiglie con p.r. occupata a risentire di più degli effetti della crisi (l’incidenza passa dal 5,5% al 7,3%), mentre per quelle con p.r. in cerca di occupazione la situazione già grave si mantiene stabile (19,7%); sostanzialmente inalterata e a un livello contenuto è l’incidenza per le famiglie con p.r. ritirata dal lavoro (da 4,3% del 2019 a 4,4% nel 2020).
Dilettamente
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