LA CAMPANIA CURA L'ITALIA.

E vi dico perché.

Sfogliando i dati sul sito Invitalia relativi al Cura Italia non ho potuto non notare una cosa. Che, come tutte, ha sempre una doppia lettura. 
La Campania cura l'Italia. E viceversa. Che vuol dire? Vuol dire che è proprio la Campania la prima regione della penisola per il numero di progetti e investimenti attivati dalle misure previste dal decreto di marzo.

Sono 21 (qui la cartina completa) le domande accettate e finanziate dall'agenzia che provengono dalla nostra regione. E, udite udite, al secondo posto c'è la Lombardia con 19 domande, e poi la Toscana e l'Emilia Romagna. Tutte regioni evidentemente colpite in maniera pesante dall'impatto sanitario ed economico del Coronavirus.

Sono due le misure che rientravano nel piano originario:
  • la riconversione delle aziende. Quelle con maggiori crisi di mercato e di produzione, che hanno avuto la possibilità di fare un vero e proprio stop&start
  • l'ampliamento degli affari. Con l'aggiunta di nuove "linee produttive" rispetto a quelle esistenti 
Sul primo fronte, quello della riconversione, i progetti approvati da Invitalia (e, complessivamente, sono pochissimi quelli che vanno a buon fine, circa il 10%) in Campania hanno attivato circa 11milioni di euro di investimenti.
Mentre per il secondo capitolo, quello dell'ampliamento, i milioni di agevolazioni arrivati sul territorio sono  quasi 8,5. 

Per un totale di circa 20 milioni. Per produrre cosa? Mascherine, camici, respiratori, ventilatori, tute di protezione e calzari, kit diagnostici. Insomma, una mini filiera di "economia di guerra" se vogliamo.


Dilettamente







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